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Al momento della morte di don Guanella (24.10.1915), il Ricovero di Olonio era una realtà piuttosto piccola, considerando il tempo e confrontata ad altre case dell’Opera. I ricoverati erano dai 40 ai 60 (non esistono statistiche precise) ed abitavano ancora il vetusto edificio “La Castella”, acquistato dal beato (ora Santo) nel 1900 e solo in parte ristrutturato e ampliato. Negli otto anni successivi (1915-1923) la situazione rimase stazionaria anzi, se possibile, peggiorò per la penuria del dopoguerra, per il riacutizzarsi della malaria, per l’inadeguatezza dei confratelli presenti e, infine, per lo scetticismo dei superiori maggiori di Como circa l’opportunità di dare sviluppo all’opera sociale in Pian di Spagna.

Per attuare questo progetto di graduale smobilitazione dell’attività in favore dei disabili, i superiori maggiori inviarono (giugno 1923), come direttore ad Olonio, la persona meno indicata per quello scopo: don Giovanni Riva. Questi, in sette anni, (forzando non poco la mano ai superiori di Como) ricostruì e ampliò notevolmente il ricovero Casa Madonna del lavoro, portando a 200 il numero degli ospiti; fondò la Pia Opera, pubblicò un bollettino trimestrale, organizzò comitati di laici impegnati a sostenere lo sviluppo della Casa. Come dirà sinteticamente d. Piero Pellegrini: “Gli orientamenti dati da don Riva si rivelarono validi per quasi mezzo secolo”.

I direttori che gli succedettero (in particolare don Luciano Tosi) dovettero assumersi il compito di portare a termine i lavori iniziati, saldare i debiti e, soprattutto, organizzare una equilibrata gestione dei diversi gruppi di ospiti (vecchi – minorati gravi – buoni figli capaci di qualche lavoro – bambini disabili scolarizzabili). A don Francesco Rovida poi si deve la costruzione della cappella per gli ospiti e dell’abitazione per le suore guanelliane: una dozzina, a quei tempi, quelle operanti presso il Ricovero.

Negli stessi anni ripartiva lo sviluppo del villaggio-parrocchia con la  realizzazione di alcuni degli ultimi desideri di don Guanella. Iniziò ancora don Giovanni Riva, con la latteria sociale (1924), il campanile (1925), il cimitero (1928), l’oratorio (1930); continuarono i direttori successivi, con i quali Nuova Olonio divenne parrocchia unita a Monastero (1936), vi si aprì l’asilo infantile parrocchiale (1937), fu acquisita la chiesetta di S. Quirico (1939) e ricostruita quella di S. Agata (1940), la chiesa divenne santuario della Madonna del Lavoro (1942).  La località, entrata nel frattempo a far parte del comune di Dubino (1.12.1928), riprendeva dopo la stasi del dopoguerra a crescere sia nell’edilizia privata sia nei servizi pubblici (acquedotto, illuminazione, scuola elementare).

Dalla cronaca di questi anni emerge come lo zelo religioso e caritativo  di San Luigi Guanella sia proseguito nei suoi discepoli: i Servi della carità e le Figlie di S. Maria della Provvidenza; costoro, con grande spirito di operosità e di dedizione, furono capaci di realizzare pienamente le aspirazioni ed i progetti del beato circa il villaggio ed il ricovero. Anche loro, come don Guanella, pur addossandosi, come volevano i tempi, una gran mole di lavoro, seppero farsi aiutare, nel difficile compito dell’accoglienza ed elevazione degli emarginati, da tante persone del laicato e del clero di quegli anni in Valtellina e nell’alto lago.

 

don Cesare Perego

 


 

 

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